Una targa per Quasimodo alla Rocca di Bergamo Alta

Alessandro Quasimodo

Si è svolta questa mattina alla presenza del Sindaco di Bergamo Giorgio Gori, della Presidente del Consiglio comunale Marzia Marchesi, di Alessandro Quasimodo e della vicepresidente dell’Associazione culturale Salvatore Quasimodo di Palazzago Ines Soncini la cerimonia di svelamento della targa in onore di Salvatore Quasimodo posta nel parco della Rocca di Bergamo Alta.

Alessandro Quasimodo, Marzia Marchesi e Giorgio Gori

Durante la cerimonia è stato ricordato che Quasimodo, per non aver risposto alla cartolina-precetto inviatagli dalla Repubblica di Salò, nel febbraio-marzo del 1943 venne imprigionato nelle carceri di Sant’Agata in Città Alta a Bergamo.
Fu rammentando quella esperienza che Quasimodo scrisse la poesia Dalla Rocca di Bergamo Alta (in Giorno dopo giorno).

La lapide ha la parte superiore “libera” per permettere di vedere il panorama di Città Alta e integrarsi con esso e recita:
Incarcerato a Bergamo per antifascismo Salvatore Quasimodo, Premio Nobel per la Letteratura, compose nel 1943 la poesia “Dalla Rocca di Bergamo Alta”. 
A perenne memoria, questa targa il Comune di Bergamo e l’Associazione culturale S. Quasimodo di Palazzago posero. 
Bergamo, XIV maggio 2019 
Alla cerimonia erano, tra gli altri, presenti anche lo studioso quasimodiano Danilo Ruocco e la poetessa Rita Iacomino.

Alessandro Quasimodo e Danilo Ruocco

Dalla Rocca di Bergamo Alta

Hai udito il grido del gallo nell'aria
di là dalle murate, oltre le torri
gelide d'una luce che ignoravi,
grido fulmineo di vita, e stormire
di voci dentro le celle, e il richiamo
d'uccello della ronda avanti l'alba.
E non hai detto parole per te:
eri nel cerchio ormai di breve raggio:
e tacquero l'antilope e l'airone
persi in un soffio di fumo maligno,
talismani d'un mondo appena nato.
E passava la luna di febbraio
aperta sulla terra, ma a te forma
nella memoria, accesa al suo silenzio.
Anche tu fra i cipressi della Rocca
ora vai senza rumore; e qui l'ira
si quieta al verde dei giovani morti
e la pietà lontana è quasi gioia.

Alessandro Quasimodo e Rita Iacomino

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